Storia della comunità del cascame
La nuova chiesa
Nel 1926 la Direzione della Cascami Seta si trovò a dovere rispondere all’aumentato numero di richieste di operaie di usufruire del servizio di Convitto. Decise allora di destinare ad attività operative il fabbricato fino ad allora utilizzato a tale fine e di costruire un nuovo grande edificio sul terreno disponibile a settentrione, confinante con Via Aguzzafame. Si tratta della costruzione di tre piani, prospicente al viale di accesso allo stabilimento da via Matteotti. Attualmente esso è parzialmente occupato dalla Polizia di Stato, mentre in gran parte è stato da tempo lottizzato e ceduto ad ex dipendenti dello stabilimento.
Fu quindi necessario trasferire la cappella nei locali del nuovo edificio, non più accessibile direttamente dall’esterno e quindi non più frequentabile da estranei.
Un vero dramma per la comunità del Cascame, che rimase improvvisamente senza chiesa e senza assistenza religiosa. Si corse il rischio che tutto il lavoro pastorale fatto fino a quel momento, con tanti sacrifici e tanta fatica soprattutto da parte di padre Balduzzi e da poco tempo padre Cei, andasse improvvisamente vanificato.
A monsignor Scapardini, nuovo vescovo di Vigevano, si pose quindi il problema di risolvere quella tragica situazione. Egli decise allora che fosse maturato il momento per dotare la comunità del Cascame di un sua propria chiesa e si rivolse alla direzione della Cascami Seta per ottenere il terreno su cui costruirla.
La Direzione della Cascami Seta si rese conto della situazione ed acconsentì generosamente a cedere, ad un prezzo quasi simbolico, alla diocesi di Vigevano il terreno necessario per la costruzione di una cappella e per i servizi annessi.
Il 12 settembre 1926, festa di Maria Bambina, fu posta la prima pietra della chiesa, progettata dalla scuola di arte cristiana Beato Angelico di Milano, su un sedime ceduto dalla Cascami Seta, con rogito del notaio Giuseppe Galbiati di Milano in data 4 agosto 1926.
Preliminare di vendita del terreno per la costruzione della nuova chiesa
Si premette che, in seguito al grande sviluppo che va prendendo la frazione originata e denominata dallo Stabilimento industriale della Società Anonima per la Filatura dei Cascami di Seta, ad est della città di Vigevano, si è sentito vivamente di provvederla dei servizi necessari per la vita civile e sociale di quella numerosa popolazione; fra l’altro già da parecchi anni la detta società vi ha chiamato alcune religiose affidando loro la direzione del Convitto operaio e vi ha aperto una cappella, provvedendo a proprie spese la celebrazione quasi quotidiana della S. Messa. Ma anche queste provvidenze essendosi ormai dimostrate inadeguate all’importanza del nuovo centro abitato, perciò Sua Eccellenza Illustrissima e Reverendissima monsignor Angelo Giacinto Scapardini, Arcivescovo e vescovo pro tempore di Vigevano, avendo fatto pratiche presso l’On. Consiglio di Amministrazione della Società stessa per assicurarsi un sedime adatto ad erigersi una chiesa di sufficiente capacità e, col tempo, l’abitazione di un sacerdote, per il personale di servizio, etc., si è fra le parti predette convenuto di ridurre a regolare stipulazione la cessione del sedime stabilito ed all’uopo, sotto la condizione sospensiva della Superiore Autorizzazione Governativa all’acquisto, senza di che la presente non avrà alcun giuridico effetto e si avrà come non avvenuta, si conviene quanto infra:
- La società per la Filatura dei Cascami di Seta, anonima, con sede in Milano, in via S. Valeria N. 1, capitale versato L. 63.000.000, rappresentata nel presente atto dal signor Rampezzotti Paolo fu Valeriano, nato e domiciliato in Milano, a questo atto autorizzato dal Consiglio di Amministrazione in data 1 luglio 1926, che in estratto autentico qui si unisce sotto “A”, dichiara di vendere e di alienare, a titolo oneroso, con l’immediata traslazione del dominio e del possesso, salva sempre la condizione sospensiva di cui sopra, a Sua Eccellenza l’Arcivescovo Vescovo della diocesi di Vigevano monsignor Scapardini Angelo Giacinto del fu Gaetano, nato a Masino (NO) domiciliato ove sopra, per razione della carica, che accetta ed acquista, sempre sotto la ripetuta condizione, e quale Vescovo pro tempore, nominativamente porzione del terreno situato nel territorio del Comune di Vigevano, Regione Cascame, descritta in mappa nuova (giusta tipo di frazionamento N. 1856, approvato dalla sezione catastale di Pavia il 22 luglio 1926) al mappale N. 125 a (centoventicinque lettera a) are 25,02, L. 22,52, Foglio 36 di complessivi mq. 2413 (duemilaquattrocentotredici) circa, quale meglio apparisce delineata in rosso nel tipovisuale, conterminata dalle lettere a, b, c, d – tipo che previa firma delle parti si allega sotto B.
Coerezionato:
a levante, nord e ponente: società venditrice
a sud: strada vecchia dell’Aguzzafame,
il tutto a linea di termini.
- E ciò affinché possa servire per costruirvi la nuova chiesa, con gli annessi locali di servizio ed eventualmente anche da destinarsi ad opere di educazione morale e religiosa, obbligandosi il detto monsignor Vescovo a promuovere quanto prima, comunque entro un decennio da oggi, l’erezione su detta area di una chiesa di sufficiente capacità, contribuendosi con le somme che sono o saranno messe a disposizione dalla pietà dei fedeli, patto questo essenziale e la cui inosservanza importerà, in qualunque tempo, la risoluzione della presente.
- Il termine decennale può essere prorogato.
- Si precisa inoltre che tale chiesa dovrà essere curata e cioè parrocchia o vicecura.
- La vendita si accetta, a corpo e non a misura, per il prezzo di totale complessive Lire 10.000 – diecimila – capitali, dico diecimila lire italiane, la qual somma verrà versata in contanti integralmente al momento del rogito, valendosi monsignor Vescovo delle obbligazioni a questo fine raccolte o comunque delle somme messe a sua disposizione dai fedeli.
- Garantisce la Società alienante la piena proprietà e disponibilità del bene ceduto, che viene trasmesso libero da persone o cose, la sua esenzione di ipoteche, trascrizioni di pregiudizio, di revocabilità o rescindibilità, azioni tendenti a menomarne dominio o possesso, ma non si trasmettono documenti di provenienza ed il terreno viene trasferito allo stato di fatto in cui si trova e che è ben cognito all’acquirente, nonché nello stato di diritto spettante alla venditrice per il suo titolo ed il suo possesso, con tutte le servitù attive e passive, note ed ignote, continue e discontinue, apparenti e non, con godimenti per utili e carichi da oggi stesso, intendendosi che alla data del presente l’acquirente può senz’altro procedere all’occupazione del terreno ed alla erezione dell’edificio per chiesa curata e annessi.
- La spesa e le tasse del presente e dipendenti, compresi quelli dell’autorizzazione governativa e quelle soprattutto dell’istrumento notarile e simili, connesse e relative, sono a carico esclusivo della Società venditrice.
Letto, Confirmato e sottoscritto.
- Società per la Filtura dei Cascami di Seta – Milano f/o Paolo Rampezzotti
- Fr. Angelo Giacinto Scapardini – Arcivescovo Vescovo
- Visto per vidimazione ne varietur
f/o Ghianda Giuseppina richiedente dr. Galbiati Giuseppe Notaio
La mappa con evidenziato il terreno ceduto dalla Cascami Seta e destinato alla costruzione della nuova chiesa.
In tempi successivi diversi il resto del terreno a destra della chiesa verrà ceduto, a titolo gratuito, alla parrocchia, per la costruzione dell’attuale grandioso oratorio.
La spesa per la nuova chiesa fu di 220.000 lire, sostenuta da monsignor Scapardini.
Considerata la composizione sociale dei residenti, la nuova chiesa fu dedicata a San Giuseppe, patrono dei lavoratori.
La costruzione, di stile romanico con il tetto a capanna, riuscì piuttosto misera nelle sue linee e assai scadente nelle strutture, come si vedrà con la caduta di parte del tetto nella notte del 20 gennaio 1943.
Nel suo diario don Perotti annota che la costruzione della chiesa sarebbe stata meno precaria se monsignor Scapardini avesse incaricato un sacerdote di seguire i lavori, concedendogli piena autonomia. Questo sacerdote sarebbe potuto diventare il futuro parroco ed avrebbe avuto interesse a prepararsi una chiesa bella, capace e solida e si sarebbe certamente prodigato a trovare le risorse necessarie, come in quel momento si usava nel costruire le nuove chiese alla periferia di Milano.
La chiesa non riuscì di gradimento neppure a monsignor Scapardini, che più volte ebbe a manifestare in proposito il suo disappunto.
La chiesa venne aperta al culto il 6 novembre 1927. Ne diede notizia il 3 novembre 1927 l’Araldo Lomellino.
Padre Innocente Cei si adoperò per dotare la chiesa delle necessarie suppellettili. Sempre per interessamento di padre Cei furono fatti eseguire i due altari in legno dedicati a Maria Bambina ed al Sacro Cuore, per opera della scuola di scultura di Varallo. Solo i più anziani possono ricordare questi due altari, collocati nelle due cappelline laterali nel 1943 dopo il crollo e successivamente sostituite con gli attuali altari in marmo.
FESTA DI MARIA BAMBINA
e benedizione solenne della “prima pietra”
della nuova chiesa al Cascame
da L’Araldo Lomellino del 10 settembre 1926
Domenica, 12 settembre 1926
Si invitano i fedeli per domenica prossima alla frazione Cascame, dove si svolgeranno solenni funzioni secondo il seguente
Programma
Ore 7,00
S. Messa con comunione generale
Ore 10,00
S. Messa solenne con discorso.
La parte musicale sarà sostenuta dalla Schola Cantorum dell’Oratorio dell’Immacolata
Ore 16,30
S. Rosario – Solenne processione con il simulacro di Maria SS. Bambina
Ore 17,30
Arrivo di S. E. Monsignor A.G. Scapardini nostro veneratissimo Arcivescovo e delle Autorità. Benedizione e posa della “prima pietra” della nuova chiesa. Discorso di circostanza – Solenne benedizione Eucaristica
Ore 20,30
Concerto Bandistico sul piazzale del Cascamificio.
NB Presterà servizio durante la solenne processione e le altre funzioni la Banda Santa Cecilia dell’Oratorio dell’Immacolata.
Vigevano – Cascame, 8 settembre 1926
Il Comitato
In occasione della posa della “prima pietra” della nuova chiesa del Cascame il Comitato promotore ha pubblicato il seguente proclama.
Vigevanesi.
Il voto ardente di un popolo forte e laborioso sta per compiersi. Intorno al locale Cascamificio si è venuto creando, nel corso di oltre un ventennio, un rione così denso di abitanti, che l’Autorità Ecclesiastica coadiuvata della benevola ospitalità della ditta “Cascami Seta” ha dovuto da tempo provvedere al servizio religioso di essi mediante il faticoso apostolato di volonterosi Sacerdoti.
Le necessità però sempre più crescenti e più gravi di tale popolazione esigono ormai che si provveda ad essa una propria Chiesa con servizio religioso anche più pronto e continuo.
Questo, che fu fino a ieri voto di popolo, ha trovato eco efficace nel cuore e nella volontà sempre generosa di S. E. Mons. Scapardini, nostro amatissimo Arcivescovo, divenendo una realtà.
Egli vuole che il Cascame abbia la sua Chiesa e con propria vistosa elargizione, mercé l’offerta graziosa del sedime fatta dalla spettabile Ditta, lancia l’iniziativa, attendendo che l’esempio Suo sia seguito dalla generosità di tutta la cittadinanza.
Domenica dunque – 12 c. m. – alle ore 17,30 S. E. Mons. Arcivescovo avrà la gioia di porre la prima pietra della nuova chiesa.
Vi invitiamo perciò ad intervenire numerosi alla solenne e storica funzione, dando così a Sua Eccellenza la dimostrazione della vostra cordiale solidarietà ed ai fratelli lavoratori l’attestato della vostra doverosa stima.
Vigevano Cascame, 8 settembre 1926 Il Comitato Promotore
La nuova chiesa costruita tra il 1926 ed il 1927 ed aperta al culto il 6 novembre 1927.
SCUOLA SUPERIORE D’ARTE CRISTIANA BEATO ANGELICO
VERBALE DI COLLAUDO PROVVISORIO
NUOVA CHIESA DEL CASCAMIFICIO – VIGEVANO
Milano, 18 giugno 1927 – Via Trivulzio, 28
Committente: Ven. Curia Vescovile di Vigevano
Impresa costruttrice: Ditta Magnaghi & Bassanini di Milano
Direzione dei lavori: Scuola Superiore di Arte Cristiana “Beato Angelico” di Milano
RITENUTO
- Le opere appaltate alla impresa suddetta vennero finite col passato mese di maggio;
- la direzione dei lavori eseguiva l’ultima visita a dette opere nella sua veste di collaudatrice il 4 corrente;
- patti contrattuali stabiliscono il collaudo provvisorio dopo la fine dei lavori.
La sottoscritta direzione nella sua qualità sopraindicata e propriamente in quella di collaudatrice, dichiara di aver constatato che l’opera appaltata è eseguita secondo regola d’arte e conformemente al progetto esecutivo, così che l’opera è definitivamente collaudata agli effetti di legge e di contratto, salvo le garanzie dovute.
Dichiara inoltre che spetta alla ditta costruttrice la ripassatura parziale di alcune pareti esterne della chiesa e la posa in opera di una inferriata alla finestra superiore della sacrestia.
Direzione dei lavori
f/o arch. don Giuseppe Bettoli
Impresa Costruttrice
f/o Magnaghi
La solenne benedizione ed inaugurazione della nuova chiesa dedicata a San Giuseppe patrono degli operai
da L’Araldo Lomellino del 3 novembre 1927
Domenica il sole bacerà in fronte un’altra opera di fede e di arte. Il rione del Cascame, frazione popolosa della città, riceverà in consegna la sua casa della preghiera, benedetta solennemente da monsignor Arcivescovo. Il sogno di molti anni si avvererà a beneficio morale e civile del popolo lavoratore, che ai piedi dell’altare saprà ritemprare le sue più nobili ascensioni.
Ai bisogni spirituali del Cascame l’Amministrazione della Cascami Seta andava provvedendo con allargare i battenti della Cappella interna del Convitto nei giorni festivi. Era insufficiente. Quelle anime domandavano col lavoro anche il pane della vita spirituale. Il problema fu studiato per anni. Venne a risolverlo la generosità paterna ed inesauribile dell’eccellentissimo nostro Arcivescovo Angelo Giacinto Scapardini, vescovo di Vigevano. Egli, che si sente anche l’apostolo degli umili, tese le mani pietose ai figli senza chiesa, versò tutta la vistosa somma di denaro occorrente e con la sua autorità volle sorgesse il nuovo tempio, dedicato a San Giuseppe, patrono dei lavoratori.
Oggi quel padre premuroso, l’Arcivescovo consegna ai figli il dono sacro. La linda chiesa si erge, su terreno donato dalla Cascami Seta, vicino alla strada principale che da Vigevano conduce alla Frazione. L’incarico del disegno fu affidato alla scuola “Beato Angelico” di Milano, che ne vigilò pure la costruzione operata dalla ditta Magnani e Bassanini, pure di Milano.
La prima pietra fu benedetta solennemente da S. E. monsignor Scapardini il 12 settembre 1926. I lavori ebbero un rapido sviluppo e innalzarono un ambiente rettangolare dalle proporzioni di m. 11,50 x 23. L’esterno a pietra nuda ha linee severe e ieratiche, che si avvicinano al paramano della pre-rinascenza con accenni al lombardo. Piace la sporgenza del tetto sostenuto dai contrafforti, che lasciano spiccare la cornice a mattonelle coronante le pareti. I fianchi sono resi snelli dai pilastri segnati sino al cornicione di mezzo, che rompe la monotonia dell’insieme, per lasciare meglio occhieggiare le finestre della parte superiore.
L’abside semi-circolare piace e dà buon risalto al sacro edificio. La fronte è tozza nella parte superiore rallegrata solo dall’occhio poligonale incorniciato di bianco. Nella parte inferiore a due lesene terminali e un avancorpo, che vorrebbe essere l’antico pronao, con tetto sporgente ed una porta ad arco poligonale, come le finestre.
L’interno è lindo e richiama il pensiero al raccoglimento, come in genere lo stile romanico. Le campate sono state segnate da pilastri, i quali salgono a formare gli archi che invece delle capriate sostengono l’armatura del tetto.
Qui è rotta la tradizione dell’arco rotondo e si introdusse la novità dell’arco poligonale, che vorrebbe essere più economico per l’armatura del cemento ferrato. Sui fusi in cemento, posano le travi del tetto a due falde, da formare per la visuale un cielo a travetti e per la solidità un sistema costruttivo rigido, che non risentendo le spinte laterali, non ha bisogno di chiavi. Lo storico arco trionfale divide il quadrilungo dall’abside semicircolare, che è riuscita cieca, ma vasta, da poter conferire all’ambiente un buon senso di misticismo. Il presbiterio è alzato da tre gradini e chiuso da una riuscita balaustra in cemento a colori. Nel mezzo si erge l’altare provvisorio in legno, che porterà la statua di San Giuseppe.
Ora la chiesa è disadorna e resa linda da una tinta giallognola con zoccolo a finto marmo. Quando le risorse finanziarie lo permetteranno e nella vastità della sua abside e dei suoi maschi potrà essere facilmente decorata, allora il tempio riuscirà una vera ispirazione di arte liturgica.
Se l’insieme si presenta degno a lode per la “Scuola del Beato Angelico” anche come tentativo di romanico ammodernato, restano parecchie mende che si potevano scansare. Tanto più che il disegno della chiesa di San Giuseppe al Cacame non è una novità; ma identica costruzione di altra a Cimnago, innalzata nel 1926. Le finestre che si aprono di fuori, per cui sarà impossibile mettere una rete metallica; le travi troppo rudimentali del soffitto; lo pseudo pronao troppo alto da togliere la cornice della facciata; la sacrestia poteva alzarsi come a Cimnago; il campanile rudimentale posto dall’altro lato della sacrestia ed il paramano abbastanza affrettato possono essere materia di critica. Ma questa stessa critica potrebbe essere benevola pensando forse alla disponibilità della spesa o ad altre cause indipendenti dalla buona volontà dei costruttori. L’insieme è però degno di encomio e dà nella severità dell’edificio un senso mistico di timore e di elevazione, che si convengono alla Casa del Signore.
Domenica, 6 novembre, che segna una giornata di gloria italiana, la nuova chiesa di San Giuseppe si sposerà nella benedizione solenne alle altre chiese di Vigevano. Sarà nell’arte e nella fede un monumento di pietà benefica, che ricorderà ai posteri il nome di S. E. monsignor Scapardini nostro amato Arcivescovo.
L’atto generoso del Pastore che in così breve tempo ha creato la realtà della nuova chiesa, tanto desiderata dal popolo, non deve però chiudere il ciclo della carità di tutti e soprattutto dei cittadini vigevanesi. La laboriosa popolazione del Cascame, nonostante il grave disagio della disoccupazione, con atti quotidiani di generosità va arricchendo la chiesa di suppellettili. Sappiamo che anche altre anime benefiche ed Enti concorsero con doni graditi. Tutto ciò deve essere di stimolo per quanti sentono viva l’arte e la pietà, nonché l’onore della cittadinanza a far sì che la nuova chiesa possa nella sua totale completezza pareggiare le altre chiese cittadine.
padre Francesco Pianzola
La nuova chiesa non aveva un campanile vero e proprio, ma solo un campaniletto, con una sola campana (per di più “fessa”, come annoterà don Perotti nel suo diario, per giustificare l’avvio della costruzione dell’attuale campanile già nel 1937, un anno dopo il suo ingresso)
LA SOLENNE BENEDIZIONE DELLA NUOVA CHIESA DEL CASCAME HA SEGNATO UNA GIORNATA DI FEDE E DI ENTUSIASMO
da L’Araldo Lomellino del 10 novembre 1927
S. E. monsignor Arcivescovo domenica benediceva solennemente il nuovo Tempio del Cascame, circondato dalla massa operaia che in una imponente manifestazione di fede e con il suo schietto entusiasmo ha voluto rendere grazie a Dio e testimoniare la sua più viva riconoscenza all’amato Pastore che volle, con atto di singolare e paterna predilezione, sorgesse per loro, umili lavoratori, la nuova casa di Dio, sostenendone personalmente le ingenti spese.
La preparazione
La sera del 2 novembre, giorno sacro al ricordo dei morti, i Padri Oblati Pianzola e Balduzzi iniziarono una breve missione e la popolazione del rione, preparata con larga propaganda, vi accorse numerosa ad ascoltare i Missionari.
La predicazione a dialogo, tenuta in forma facile e popolare, fu un potente richiamo. Ogni sera si vide aumentare l’uditorio, sino a gremire letteralmente la chiesa e non di sole donne. Commovente anzi lo spettacolo del forte nucleo di uomini e di giovani sempre presenti anche alle prediche fatte esclusivamente per loro.
I piccoli pure furono preparati al grande avvenimento con un corso speciale di predicazione tenuto da Padre Pianzola.
Gli operai del Cascame hanno davvero compreso la grazia grande di cui Dio li ha favoriti.
La giornata trionfale
Alle 5,30 Padre Pianzola celebrava la S. Messa e uomini e giovani, rinunciando generosamente alle ore di sonno loro consentite dal giorno festivo, erano in chiesa devoti per accostarsi al Banchetto Eucaristico e per ascoltare Padre Pianzola che disse un paterno discorso a chiusa del quale tutti, prostrati al suolo, giurarono fedeltà a Dio.
Alle 7,30 precise giungeva Monsignor Arcivescovo con il Rev.mo Arciprete della Cattedrale, Parroco del rione, accolto dagli applausi del popolo, che attendeva sul piazzale. Quando la chiesa fu sgombra, Monsignor Arcivescovo iniziò la solenne benedizione. Ultimato il rito, i fedeli assieparono il tempio, mentre l’Arcivescovo benediceva anche la statua di S. Giuseppe ed il nuovo tabernacolo, rivestito di seta, decorata con gusto fine dalle RR. Suore dell’Immacolata.
Ebbe poi inizio la S. Messa celebrata da S. E. Monsignor Arcivescovo.
La comunione generale fu tale che esaurì tutte le immagini ricordo preparate con larghezza per la circostanza.
Monsignor Arcivescovo poté quindi con ragione, al termine della Messa, manifestare tutta la sua viva compiacenza per lo spettacolo grandioso di pietà, che i buoni operai del Cascame avevano saputo dare.
Alle 10,30 ebbe luogo la Messa solenne, cantata da Padre Balduzzi. Il popolo era nuovamente in chiesa ed i ragazzi, preparati e diretti dal giovane Molina, eseguirono, ammirati dai presenti, la messa degli Angeli accompagnati all’armonium dal M. R. don Perotti.
La imponente processione eucaristica
Alle 15,15 già S. Eccellenza era tra noi, proveniente da Molino del Conte, dove aveva benedetto il piccolo Tempio che ricorderà i gloriosi caduti. Dopo la recita del S. Rosario ebbe inizio la processione Eucaristica che riuscì veramente grandiosa e solenne per la partecipazione in massa della popolazione del Cascame e di molti venuti dalla città. Notammo il Rev.mo Arciprete della Cattedrale, il M.R. don F. Rodolfo Metalpa, l’Educandato San Giuseppe, l’Oratorio dell’Immacolata e varie rappresentanze di associazioni religiose. Le finestre delle umili case degli operai erano ornate e con fiori si erano composte invocazioni a Gesù. Per la prima volta Gesù Eucarestia passava per le vie del Cascame, portato da S. E. Monsignor Arcivescovo, ed il popolo lo accoglieva con manifestazioni di viva fede.
In chiesa, dopo il canto solenne del Te Deum e del Tantum Ergo, S. Eccellenza impartiva la Trina benedizione pronunciando poi con foga giovanile un indovinato discorso. Si disse lieto, l’amato Pastore, di avere finalmente in Diocesi una chiesa dedicata a S. Giuseppe, patrono degli operai, e ne inculcò la devozione. Richiamati i doveri che sorgono, per la popolazione del Cascame, ricevendo in consegna la nuova chiesa manifestò la sua fiducia di veder fiorire il sentimento religioso in mezzo agli operai. Quando S. Eccellenza lasciò il Cascame, fu circondato dalla folla che si premeva intorno e negli applausi e negli evviva incessanti noi abbiamo raccolto l’espressione della gratitudine e la solenne promessa di corrispondenza ai grandi favori di Dio ed alla benevolenza dell’Arcivescovo.
La chiusura della S. Missione, che ebbe luogo a tarda ora della sera, dopo una conferenza tenuta alle sole ragazze ed il dialogo con tutto il popolo, fu degna corona della memoranda giornata che segnerà una data luminosa nella storia religiosa del popolo del Cascame.
L’abside originaria ed una delle arcate, ove è ben visibile la formazione a segmenti poligonali.
Con gli interventi resi necessari dal crollo del tetto nel 1943, le arcate saranno demolite e diventeranno semicircolari. il soffitto fu costruito ex-nono, qualche metro più in alto
L’abside invece fu mantenuta. Fu sostituita da una nuova più grandiosa nel 1964 dal secondo parroco, don Carlo Maragnani , in occasione di importanti i lavori di ristrutturazione.
La nuova abside fu decorata con un prezioso mosaico, realizzato dal pittore Crida di Graglia.