Storia della comunità del cascame

Condividere un patrimonio comune può essere requisito indispensabile perché una comunità si senta veramente tale

di Giovanni Gavazzi

Sono nato in una delle case fornite dalla Cascami Seta ai suoi dipendenti ed in esse ha trascorso tutti i miei anni giovanili. Ho prestato i primi 26 anni della mia attività professionale presso la Cascami, che ho abbandonato solo per la cessata attività dell’azienda, sempre usufruendo delle case per dipendenti della Società. Ho voluto però rimanere sempre al Cascame, anche dopo la costruzione di una casa di proprietà ed ho così potuto continuare a frequentare assiduamente la parrocchia di San Giuseppe, dall’infanzia alla attuale terza età (quarta?). 

Ho collaborato attivamente alla pubblicazione di due volumi sulla storia della parrocchia e del rione Cascame.

Un volume del 2006 dal titolo “Comunità in cammino” narra le vicende delle tre entità fondamentali presenti nel nostro rione: lo stabilimento della Cascami Seta sorto agli inizi del ventesimo secolo, in una zona praticamente disabitata; la comunità sociale formatasi attorno a questa attività industriale; la comunità religiosa sviluppatasi di conseguenza. 

Sulla base delle notizie rilevate dall’archivio parrocchiale, redatto dal primo parroco don Carlo Perotti (1899 – 1958) è stato possibile ricavare il volumetto, fornito in omaggio in occasione del Natale del 2006 a tutti gli abbonati all’Aurora della Lomellina della parrocchia (oltre 1200 in quel momento) grazie alla generosità del comm. Dario Marchetti, presidente dell’American Aegle, con sede in una parte del vecchio stabilimento, opportunamente ed elegantemente ristrutturata. 

Al primo libro è seguito nel 2010 un elegante volume, dal titolo “Cascamin” dedicato a quella che è stata la vita della comunità del Cascame – soprattutto civile, ma anche religiosa – del suo nascere, del suo crescere, del suo affermarsi. Non la storia; ma solo l’intenzione di tramandare un qualche ricordo: scrivere cioè una modesta cronaca. Anzi: una “ retrocronaca: quasi puntando un cannocchiale a rovescio per guardare dentro agli anni passati e, zumando, far risaltare luoghi, persone e situazioni che sono sembrate meritevoli di non andare del tutto perdute (il corsivo è tratto dal prologo di Cascamin ed è uscito dalla penna dell’avv. Betassa).

Le fonti di questo secondo volume non provengono da nessun archivio, ma risultano dal ricordo concreto degli episodi narrati, vissuti direttamente a suo tempo dai numerosi collaboratori alla realizzazione dell’opera: tutti anziani ex-oratoriani della parrocchia San Giuseppe, che sotto il campanile si sono conosciuti da ragazzi ed insieme sono cresciuti nella fede e nella vita sociale e grazie all’Oratorio hanno goduto di un legame di amicizia che è perdurato per tutta la vita.

Ho curato direttamente la redazione concreta dei due volumi, con la conseguenza che tutto il materiale utilizzato (ed anche non utilizzato) è contenuto nel disco fisso del mio computer. Non io sono la memoria storica del Cascame, ma il cervellone del mio PC.

Chiedo scusa al lettore per la personalizzazione di questa presentazione. L’ho ritenuta necessaria per precisare le fonti delle notizie che verranno pubblicate nella sezione Web dedicata alla storia della parrocchia. Esse proverranno dai due libri di cui si è detto. Prevarrà senz’altro il ricorso al testo del 2006, in quanto dedicato interamente alla parrocchia, pur con gli indispensabili riferimenti alla comunità sociale. Come già riferito, le fonti primarie di tale libro sono a loro volta costituite quasi interamente dall’archivio parrocchiale, tenuto molto diligentemente soprattutto da don Carlo Perotti, primo parroco del Cascame. Ed è proprio questo il periodo più interessante da esaminare, in quanto i tempi successivi per molti possono essere solamente cronaca. Possono già essere entrati nella esperienza della vita del lettore e comunque essere conosciuti per tradizione orale da parte di chi li ha vissuti. Non più invece quelli di cento anni fa ed oltre.